Il riconoscimento di debito nel recupero crediti stragiudiziale
Il documento del riconoscimento di debito redatto dal debitore che permette al creditore di tutelarsi nelle fasi di recupero stragiudiziale del credito.
Nella gestione del credito aziendale non tutti i ritardi nei pagamenti si tramutano in crediti insoluti. Tra le motivazioni dei ritardi rispetto alla scadenza della fattura ci sono sicuramente il far respirare il capitale circolante e la liquidità, le sviste e le comunicazioni mancanti involontarie, le problematiche legate a singole forniture o a ritardi nella consegna, e altre casistiche non dolose. Riconoscere questa tipologia di ritardi da quelli legati a un’effettiva incapacità di saldare il proprio debito è sicuramente una fase importante per una gestione del credito accurata.
LE CARETTERISTICHE DEL RICONOSCIMENTO DI DEBITO
Nel momento in cui il cliente risulta essere insolvente uno strumento importante per il creditore, propedeutico alla fase stragiudiziale vera e propria, è sicuramente il cosiddetto riconoscimento di debito. Ma in che cosa consiste? Fondamentalmente il riconoscimento di debito, o ricognizione di debito ex art. 1988 C.C., è una dichiarazione unilaterale da parte di un soggetto, persona fisica o giuridica, che ammette di essere debitore nei confronti di un altro soggetto. All’interno di questa dichiarazione può essere presente anche la promessa del pagamento della somma dovuta e le modalità di pagamento in termini tempistiche ed eventuali dilazioni.
PERCHÈ FAR SOTTOSCRIVERE UN RICONOSCIMENTO DI DEBITO
Il motivo principale per cui lo strumento del riconoscimento di debito è importante per il creditore è che questo fornisce fondamentalmente la prova dell’esistenza del credito stesso e del diritto del creditore sul debitore. Questo vuol dire che l’onere della prova, in caso di fase giudiziale, non sarà più in capo al creditore ma al soggetto debitore. Sarà quindi questo, per esempio, a dover eventualmente provare la mancata fornitura del bene o l’esistenza di vizi e anomalie nella stessa. Altro importante risvolto positivo per il creditore è che, se in possesso di un riconoscimento di debito, può accedere allo strumento del decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, accorciando i termini per poter procedere al pignoramento di beni mobili e immobili.
QUANDO IL RICONOSCIMENTO DI DEBITO È VALIDO
Oltre ai contenuti generali del documento, precedentemente citati, questo deve possedere alcuni requisiti specifici per essere considerato valido per i suoi scopi. In primis deve essere redatto di pugno su carta dal soggetto debitore e consegnato a mano o spedito via posta; ancor meglio se con la presenza del timbro aziendale e il documento del legale rappresentante allegato. Alternativa alla scrittura di pugno c’è la firma digitale del documento che in questo caso può essere inviato anche tramite posta elettronica. Ultima opzione è l’invio del documento digitale tramite PEC, pur che questa sia riconducibile direttamente e senza dubbio al soggetto debitore.
COSA FARE SE IL DEBITORE NON SI ATTIENE ALLA PROMESSA DI PAGAMENTO
A prescindere dalla sottoscrizione o meno di un documento di riconoscimento di debito è possibile che il debitore non adempia ai propri doveri e risulti comunque insolvente. Come abbiamo detto precedentemente, il documento è utile sia nella fase stragiudiziale che in quella giudiziale. Pur essendo presente un’ipotesi di modalità di pagamento sarà infatti possibile che nasca la necessità di un processo di sollecito telefonico (phone collection) e di mediazione che porti a una rimodulazione del piano di rientro o ad un accordo di saldo e stralcio. Se anche queste azioni non hanno portato ad una risoluzione bonaria del contenzioso si potrà passare, se l’importo del credito lo rende conveniente, alla fase giudiziale. L’ultima fase del processo di gestione del credito insoluto, in caso anche la fase legale non sia andata a buon fine, è la portata a perdita. In questo senso tutte le azioni compiute precedentemente sono fondamentali per poi procedere con la pulizia del bilancio attraverso la cessione pro soluto.
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