Recupero crediti di piccolo importo: come gestire le micro fatture scadute?
La valutazione delle priorità, in ottica di recupero crediti, a seconda del valore economico delle singole posizioni creditizie.
Il mondo delle imprese in Italia è decisamente variegato e con tantissime sfumature all’interno di settori apparentemente simili per tipologia di attività. Se partiamo infatti dalla suddivisione dei settori economici più comune ed univoca, il codice ATECO, troviamo 19 macro categorie che a loro volta contengono 99 sottocategorie. Ognuna di queste sottocategorie a loro volta si esplode in un numero variabile di codici secondari, restituendo un panorama decisamente ricco di settori economici. Se poi si entra nel dettaglio della reale attività che quell’impresa svolge nel quotidiano è facile intuire come i settori possano ancor di più moltiplicarsi.
Differenti settori significa quindi differenti prodotti e servizi venduti, con differenti canali di vendita e prezzi e di conseguenza dimensioni delle singole fatture. Prendendo in considerazione il mercato B2B si va da imprese operanti nel comparto industria con un ticket medio di € 100.000 ad aziende del commercio all’ingrosso che lavorano con forniture sotto i € 1000,00. Tralasciando gli aspetti legati alle strategie di marketing, di posizionamento e di approccio commerciale, è ovvio come l’appartenenza ad un settore specifico influisca enormemente sulla credit policy attuata da ogni singola impresa, la quale potrebbe poi variare anche all’interno della stesso micro settore.
Se entriamo infatti nel mondo della gestione del credito, e più nello specifico nel recupero crediti, una delle problematiche principali per le PMI che lavorano con forniture di importi minimi, ipotizziamo in un range che arrivi a € 2.500, è proprio la valutazione sul come gestire quest’ultime. Se si parla infatti di imprese di dimensioni piccole e medie, con una struttura organizzativa snella e senza un ufficio o una risorsa preposta al credito, la gestione interna rischia di dedicare una quantità di risorse sproporzionata rispetto ai benefici del recupero della posizione stessa.
Le prime fasi di recupero stragiudiziale sono infatti sicuramente impegnative dal punto di vista dei tempi di realizzazione. Se infatti si ipotizza una potenziale attività di sollecito su un numero x di posizioni c’è da tenere in conto sicuramente una prima attività di mailing che comunque impiega il suo tempo. A seguire però parte l’attività di sollecito telefonico che, tenendo in considerazione mancate risposte e richiamate, può diventare un’attività decisamente impegnativa dal punto di vista del tempo. Se poi escludiamo dal numero totale delle posizioni da recuperare i Clienti che avevano intenzione di pagare ma involontariamente avevano saltato la scadenza del pagamento, restano i debitori sui quali si necessita di una mediazione. A questo punto del ciclo di recupero crediti aumentano le competenze relazionali necessarie per chi svolge questa attività; un debitore che non ha intenzione di pagare necessita infatti di un approccio completamente differente rispetto ad uno ritardatario.
Ipotizzando un’azione capillare su un numero elevato di posizioni è facile intuire come questa serie di attività di sollecito possa risultare impegnativa per una risorsa che deve necessariamente seguire diverse altre attività amministrative. Inoltre la mediazione con i clienti insolventi diventa fondamentale, soprattutto se si tratta di clienti attivi con i quali si vuole preservare un rapporto di partnership. Per questi motivi la gestione di queste fasi di phone collection in outsourcing, attraverso la collaborazione con una società specializzate nel recupero crediti, è sicuramente la migliore delle vie da percorrere per un ottimizzazione delle risorse aziendali, sia di denaro che di tempo.
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