Recupero crediti all’estero: gli strumenti per le imprese
Quando le imprese esportano i propri prodotti e servizi si aprono al rischio di credito verso clienti esteri sui quali si necessitano strumenti di recupero crediti differenti
Il secondo semestre 2021 deve necessariamente essere quello della ripresa, grazie al mix di interventi istituzionali e alla ripresa fisiologica dell’economia con l’allentamento delle restrizioni. Uno dei driver che potrà guidare le imprese italiane a una ripresa più rapida è sicuramente l’export. I dati ISTAT per il primo trimestre 2021 confermano che il trend è quello giusto, se pur con alcune differenze tra zone d’Italia.
Il Centro Italia è, infatti, la zona che ha fatto registrare i migliori dati con un +4,8% rispetto al trimestre precedente, seguita dal Sud al +3,8%, Nord-Ovest al 2,2% e a chiudere il Nord-Est che ha avuto invece una leggera flessione (-0,5%). Secondo lo Studio sulla competitività dei settori 2021 in ambito export c’è comunque tanto da recuperare sul 2020, soprattutto per settori come il tessile (-19,5% di esportazioni), macchinari (-12,6%) e mezzi di trasporto (-11,6%). Valori positivi, se pur molto ridotti, si sono riscontrati solo in settori come il farmaceutico (+3,8%), alimentare, bevande e tabacco (+1%) e agricoltura (+0,7%).
I RISCHI DEI CREDITI COMMERCIALI ESTERI E GLI ACCORGIMENTI INIZIALI
Se l’export sarà una delle forze trainanti delle imprese italiane nei prossimi mesi sarà comunque fondamentale considerare il rischio di insoluti nelle vendite transfrontaliere. Tenere i rapporti e svolgere un’attività di recupero crediti su un’azienda estera è sicuramente più complesso rispetto al procedimento su imprese connazionali, sia dal punto di vista operativo che normativo. Primo aspetto fondamentale in questo senso, se pur in parvenza scontato, è la sottoscrizione di un contratto tra le parti. All’interno del contratto è poi sempre utile una clausola che specifica che sia la legge italiana a normare eventuali controversie. Ovviamente, prima della sottoscrizione del contratto una verifica, se pur solo camerale, sull’azienda cliente è un buon inizio a livello preventivo e in ottica futura.
GLI STEP DEL RECUPERO CREDITI ESTERO
All’insorgere del credito insoluto con il cliente estero e con contratto e relativi dati aziendali alla mano il primo passo è quello di inviare una diffida legale al cliente moroso. Ove possibile la lettera di diffida dovrebbe essere inviata sia in lingua italiana che nella lingua madre del cliente. Se la diffida non porta a una risoluzione della controversia è sempre utile, soprattutto in caso di valore della fornitura elevato, un approfondimento sul cliente dal punto di vista patrimoniale per comprendere eventuali beni mobili e immobili aggredibili. Questo passaggio permetterà di capire la convenienza a intraprendere un’azione legale. Infine, se viene attestato, o per definizione sul contratto o perché, come afferma l’art. 57 della legge n. 218/1995, l’obbligazione principale deve essere eseguita in Italia, che sia la legge italiana a normare le controversie si può procedere con l’esecuzione. In alternativa si andrà a lavorare seguendo le norme dello stato di interesse.
IL SEQUESTRO CONSERVATIVO DEL CONTO CORRENTE SU CLIENTI UE
Uno strumento utile alle imprese italiane che commerciano con stati membri dell’Unione Europea viene fornito dall’articolo 22 del Regolamento UE 655/14, Regolamento al quale l’Italia si è adeguata di recente, con il sequestro conservativo del conto corrente estero. Anche in questi casi è fondamentale provare la certezza dell’esigibilità del credito e definire in maniera precisa l’importo da recuperare. Inoltre, deve essere individuato il conto corrente della controparte, anche attraverso attività di indagine patrimoniale, per poi procedere attraverso il giudice per il sequestro conservativo. L’autorità ha poi 10 giorni lavorativi dalla data di richiesta per confermare il fermo e permettere all’impresa di procedere.
LA PREVENZIONE CONTRATTUALE PROPEDEUTICA AL RECUPERO CREDITI
In generale, per tutelarsi dal rischio di credito sia all’estero che sul territorio nazionale è fondamentale da una parte agire sulla prevenzione contrattuale in sede di definizione dell’accordo. L’inserimento di clausole e articoli a tutela del creditore sono un’arma in più nella gestione delle eventuali controversie future. Grazie ad alcuni accorgimenti lato contrattuale, al monitoraggio costante dei crediti e dei ritardi nei pagamenti e all’azione tempestiva di recupero crediti, sia stragiudiziale che giudiziale, è possibile migliorare il capitale circolante a prescindere dai mercati di riferimento.
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