Insolvenze, fallimenti e recupero crediti: il trend e le previsioni per il 2019
Il trend, le previsioni economiche e le analisi per il 2019 su insolvenze, fallimenti e recupero crediti in Italia.
Quando si parla di previsioni economiche il tema è sempre molto caldo e controverso e tra le proiezioni esistono le solite discrepanze tra previsioni realizzate dal governo, dalle opposizioni o dagli Istituti pubblici preposti, primo fra tutti l’Istat, che dovrebbero riportare ad un livello accettabile di veridicità i numeri economici del Paese. Il 2018 come sappiamo si è chiuso con gli ultimi due trimestri a segno negativo (-0,1% in entrambe), mentre il dato del primo trimestre 2019, se pur lieve, riporta finalmente il segno + sul grafico del PIL italiano con un +0,2% che si spera possa essere un segnale positivo per il resto dell’anno (Fonte ISTAT – I trim. 2019).
L’andamento del PIL degli ultimi mesi si riflette però chiaramente su tutto il tessuto imprenditoriale italiano ed i trend dei principali dati dagli anni della crisi del 2009 ad oggi si muovono parallelamente a quello economico generale. Se si va ad analizzare il numero dei fallimenti di impresa in Italia si vede infatti come questi, se pur proseguendo il loro calo rispetto al periodo precedente, rallentano il loro miglioramento. Si partiva infatti dal +15,6% del 2013 (rispetto al 2012) e si è arrivati al picco del -11,3% del 2017 (rispetto al 2016) con un trend in continuo miglioramento; il primo dato in controtendenza è proprio quello del 2018 che fa registrare un -5,9% rispetto al 2017, dato positivo se preso singolarmente ma significativo se visto in relazione ai miglioramenti precedenti (Fonte CRIF).
La stagnazione dell’economia delle imprese si riflette poi chiaramente anche in ambito credito nel quale le insolvenze sono il risultato finale di una crisi di fatturato e liquidità che porta inesorabilmente a problematiche nel saldare i propri debiti commerciali. Anche in questo caso è interessante analizzare i dati del 2018 in relazione al trend sulle insolvenze degli ultimi 10 anni, questa volta a livello mondo. In questo caso il trend delle insolvenze segue la stessa curva ma con un orizzonte temporale differente ed una diminuzione del numero di insolvenze a livello globale che inizia a rallentare dal 2014 in poi fino ad arrivare, nelle previsioni per il 2019, al primo nuovo aumento di crediti insoluti del 1%. Se si vanno a vedere i dati relativi all’Italia vediamo come sia proprio il nostro Paese, insieme al Regno Unito (+7%), a guidare questo aumento a livello globale, facendo registrare una previsione del +6% di insolvenze sull’anno precedente (Fonte: Atradius - Insolvency Outlook 2019).
In un contesto come questo è fondamentale per le imprese anticipare le problematiche legate ai crediti insoluti cercando da una parte di migliorare la prevenzione attraverso l’analisi dell’affidabilità commerciale dei propri partner e dall’altra di non procrastinare il recupero dei crediti in essere, cercando di riconoscere per tempo quello che non è difatti un semplice ritardo nel pagamento ma che sta a tutti gli effetti diventando un vero e proprio insoluto. La rapidità di azione nel recupero crediti è infatti fondamentale, soprattutto in un contesto di instabilità economica e considerando il fatto che un debitore che entra in crisi ha probabilmente più di una posizione insoluta con più fornitori, il che instaura una gara a tempo per poter recuperare il proprio credito. La fase stragiudiziale in questo momento diventa lo strumento fondamentale per ottimizzare i risultati, sia in termini economici che di tempo.
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