Crediti insoluti B2B 2022: Commercio e HoReCA i settori più in difficoltà
Oltre 3 aziende su 10 non sono più operative quando il creditore decide di recuperare e il 13% non è più attivo in camera di commercio
I dati del DebtScreening 2022, studio statistico sui crediti insoluti B2B e B2C realizzato dalla società investigativa Abbrevia S.p.A., mostrano uno scenario in lieve miglioramento ma, nel mondo B2B, con una serie di campanelli d’allarme. Il primo fattore da tenere in considerazione è senza dubbio l’operatività, con il 30% delle aziende che, al momento dell’indagine patrimoniale, hanno già chiuso le saracinesche. Un dato che per i Creditori deve necessariamente apparire come un monito.
Rischio di default sui crediti insoluti
A livello settoriale è sicuramente il canale Horeca quello più a rischio con oltre il 38% delle aziende che risultano non più operative in fase giudiziale nel I° semestre 2022. Al secondo posto il commercio con il 30% mentre le Costruzioni risultano essere quelle più reperibili con l’85% degli esiti positivi in fase di individuazione della reale operatività. Parallelamente ben il 13% dei crediti insoluti B2B, e quindi delle aziende insolventi analizzate, non sono più attive in Camera di Commercio o risultano in procedura di liquidazione o fallimento.
Il confronto tra il 2020 e il 2022
Se si analizza il trend negli ultimi due anni la situazione è in realtà migliorata, soprattutto in termini di reale operatività. Si è passati infatti da un 52% a un 71% tra il 2020 e il I° semestre 2022, segnale della buona ripresa a livello aziendale. Un altro aspetto interessante analizzato è lo stato attività delle aziende debitrici nel 2021, attualizzato a luglio 2022, che mostra come le aziende affidate al recupero abbiano reagito nel corso dei primi sei mesi dell’anno. La percentuale di aziende attive cameralmente è passata dall’89% al 71%, con oltre il 16% delle aziende del campione che dopo 6 mesi risultano cessate o cancellate.
Recuperabilità del credito a livello patrimoniale
Quando si entra negli aspetti patrimoniali, per comprendere i beni pignorabili correlati a quei crediti insoluti, si individuano nuovamente alcuni segnali da tenere in considerazione. Cala infatti la probabilità di reperire un immobile in capo a un’azienda debitrice, attestandosi al 21%, con una caduta importante tra aziende operative (24%) e aziende non più operative (14%). Stesso trend per i veicoli che, a livello generale, si attestano al 47% di presenza con una forbice del 17% tra imprese ancora operative (48%) e non più operative (31%). Unico dato in aumento è quello sui conti correnti intestati che, nel I° semestre 2022 si attesta al 98% delle imprese debitrici analizzate.
Analizzare il passato per migliorare il presente
Gli studi statistici, in ambito di gestione del credito, possono essere un ottimo modo per comprendere il passato ma, se utilizzati in maniera prospettica, una via ancora migliore per modificare le strategie future. A livello di gestione dei crediti insoluti, il messaggio più chiaro che i dati forniscono è quello della tempestività. Anticipare i tempi di recupero del credito permette infatti non solo di individuare una percentuale maggiore di imprese ancora operative, ma anche di aumentare in maniera importante la probabilità di recupero giudiziale del credito.
In One analizziamo costantemente il mercato e i crediti gestiti per individuare le criticità e sfruttare le opportunità che i dati mettono a disposizione. Contattaci per un’analisi dei tuoi crediti insoluti e la definizione di una strategia personalizzata per la tua azienda.
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