Crediti commerciali con le PA – I ritardi nei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni
La dimensione del mercato per le imprese italiane, le tempistiche di pagamento e le differenze tra Regioni, Comuni e Ministeri.
Si stima che in Italia nel 2018 in Italia lo stock di debiti commerciali in capo al comparto pubblico fosse di circa 51,6 miliardi di euro, rappresentanti il 2,9% del PIL nazionale. Sono sicuramente numeri altissimi anche se in diminuzione rispetto al passato; nel 2012 questa cifra si aggirava intorno ai 64,4 miliardi (4% del PIL). Se queste cifre descrivono la dimensione degli scambi commerciali tra imprese e PA in un dato momento, è sicuramente interessante analizzare la percentuale di crediti esistenti in ritardo rispetto alla scadenza di pagamento. In quest’ottica oltre il 52% di questi crediti commerciali erano già scaduti per un totale di 26,9 miliardi di euro.
Se è vero che i dati sullo stock di debiti delle PA hanno visto un miglioramento negli ultimi anni a livello nazionale, è vero anche che l’Italia resta la Nazione Europea con i livello più alti di credito commerciale in relazione al PIL. Se contrapponiamo il dato nostrano di debiti commerciali / PIL vediamo come il nostro 2,9% sia decisamente al di sopra della media Europea, che si attesta all’ 1,6%; se poi ci confrontiamo con i principali Paesi vediamo come Francia (1,5%), Germania (1,3%) e Spagna (0,9%) siano addirittura sotto la media UE.
Se poi si va a vedere i dati relativi ai tempi di pagamento a livello europeo il risultato non cambia con l’Italia che resta il fanalino di coda, insieme alla Spagna, con 67 giorni medi di pagamento rispetto alla media UE che si attesta sui 42 giorni ed ai già citati Francia (48 giorni) e Germania (27 giorni). Vanno tenute sicuramente in considerazione nella lettura di questi dati, le caratteristiche intrinseche del mercato commerciale italiano e delle condizioni di pagamento a prescindere dalla tipologia di attori in gioco; l’Italia infatti in questo ambito ha sicuramente visto dei miglioramenti sostanziali con una media di tempi pagamento che nel 2016 era di 131 giorni ed un miglioramento del 49%.
Anche lato ritardi rispetto alla scadenza delle fatture commerciali il miglioramento, secondo i dati del MEF, è sicuramente considerevole con un trend che partendo nel 2016 con 16 giorni medi di ritardo, passando per il 2017 con 10 giorni ed arrivando al 2018 con addirittura un anticipo sulla scadenza di 1 giorno (da tenere in considerazione la nota dello stesso MEF sulla necessità di un ulteriore verifica su questi ultimi dati. A prescindere dalla precisione di queste rivelazioni è sicuramente oggettivo il miglioramento della situazione a livello di tempistiche delle nostre Pubbliche Amministrazioni.
Come sappiamo però la macchina burocratica italiana è decisamente complessa ed all’interno delle diverse tipologie di PA esistono delle sostanziali differenze, sia in termini organizzativi che appunto di capacità di saldare i propri debiti commerciali. L’osservatorio analizza questi dati suddividendo i risultati per Ministeri, Regioni e Comuni oltre i 60.000 abitanti ed anche in questa categorizzazione le differenze sono notevoli. A livello di Ministeri è il Ministero dell’Interno a far registrare il dato peggiore con il secondo posto a livello di fatture commerciali in essere (quasi 2,5 mld) e l’ultimo in termini di giorni di ritardo medio nel pagamento con 37 giorni di media. Dall’altro capo della lista troviamo il Ministero dell’Economia e delle Finanze che possiede debiti commerciali verso le imprese per 2,7 mld ma paga mediamente con 25 giorni di anticipo rispetto alla data di scadenza fattura.
Se andiamo infine a verificare la capacità delle Pubbliche Amministrazione di rispettare i termini di pagamento a livello territoriale vediamo come il gradino più basso della classifica sia occupato dalla Basilicata con dei tempi di pagamento che si aggirano intorno ai 103 giorni medi con ben 73 giorni di ritardo dalla scadenza; al primo posto tra le Regioni virtuose troviamo invece la Toscana con 16 giorni medi di pagamento e addirittura 25 giorni di anticipo rispetto alla scadenza delle fatture. Nella classifica dei Comuni (oltre 60.000 abitanti) troviamo invece Salerno (134 giorni per il pagamento e 108 di ritardo) e Alessandria (129 e 99) ai vertici negativi, contro Verona (15 e -28) e Trento (37 e -24) (Fonte: Osservatorio UNICATT).
In un periodo economico di stagnazione ed in cui si parla di MiniBot ed efficientamento delle Pubbliche Amministrazioni il tema dei pagamenti degli enti pubblici resta sicuramente importante per il miglioramento dell’economia italiana; un 2,9% del PIL che migliora le sue tempistiche di movimento e diventa liquidità disponibile per le PMI italiane è linfa vitale. I dati sono sicuramente confortanti ed il percorso è quello giusto anche se in questo contesto resta fondamentale il ruolo di tutti gli operatori del mercato, comprese le società di recupero crediti che entrano nel circuito a sostegno delle imprese.
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