Imprese e ritardi nei pagamenti: il trend di rischio dei crediti commerciali per le PMI
I numeri delle piccole e medie imprese italiane nel 2018 in termini di crediti e debiti commerciali e come questi incidono nell’operatività aziendale.
Sono ormai diversi anni che l’Europa vive un periodo di sostanziale stagnazione con crescita dell’economia pari o nei dintorni dello 0; in questo contesto l’Italia continua a latitare tra i fanalini di coda, anche se Paesi come Francia e soprattutto Germania non fanno registrare risultati migliori. In questo contesto economico anche i piccoli segnali positivi visti in questi ultimi due anni cominciano a rallentare ed a pagarne le conseguenze sono sicuramente le PMI italiane.
Se a livello produttivo e commerciale l’economia si ferma, una delle prime voci di bilancio che vanno ad intaccare la reale operatività delle imprese è sicuramente la voce dei crediti commerciali e, specularmente, quella dei debiti commerciali. La fiducia delle imprese si muove infatti parallelamente alla capacità di concedere del credito di fornitura, linfa vitale delle aziende, ed alla capacità dall’altra parte di rispettare i termini di pagamento dei propri impegni commerciali.
In Italia si stima che le imprese abbiano concesso crediti per 206 miliardi di euro nel 2018, contro i 160 miliardi di debiti; ciò vuol dire che le aziende mediamente registrano un capitale circolante (al netto delle rimanenze) positivo. Il trend della concessione di credito commerciale continua a crescere anche nel 2018 con un +2,1% rispetto al 2017; stesso trend, se pur più contenuto, per i debiti commerciali (+0,9%). Se si guardano però questi dati in contrapposizione con la crescita del fatturato vediamo come la quota di crediti commerciali su quest’ultimo risultino in calo (26,7% nel 2018 rispetto al 27,8% del 2017).
All’interno di questo ammontare di crediti commerciali rientra purtroppo una percentuale di mancati pagamenti che minano la stabilità delle imprese; il trend degli insoluti è inoltre in crescita ormai dal secondo semestre del 2018 ed il dato si conferma anche per il primo del 2019. Tenendo in considerazione un campione di 115 mila imprese monitorate l’ammontare di fatture scadute non saldate arriva ad un valore di 5,3 miliardi di euro; di queste ben il 13,4% risultano insolute (12,5% nel 2018). Questi numeri valgono sia per le piccole che per le medie imprese; un campanello d’allarme che è sempre bene non sottovalutare (Fonte: Rapporto PMI Cerved 2019).
Se da un lato quindi i numeri delle imprese italiane sono comunque decisamente migliorati rispetto al picco negativo del 2011, ed in alcuni casi si avvicinano ai livelli pre-crisi, dal punto di vista della gestione del credito è sempre meglio muoversi di anticipo per evitare problemi di liquidità. Una gestione dei crediti commerciali oculata, ed un lavoro tempestivo sulle posizioni più a rischio diventano delle armi strategiche importanti all’interno della credit policy aziendale.
E’ in quest’ottica che One si pone come partner strategico per le imprese in ottica di ottimizzazione dei processi interni ed esternalizzazione delle attività non “core”. Le partnership con società specializzate nel recupero crediti commerciali diventano fondamentali per concentrare le risorse interne nell’operatività aziendale primaria. Dal sollecito telefonico all’esazione domiciliare fino al recupero giudiziale, un processo coordinato e premiante per l’impresa che permette di mitigare il rischio di credito e non erodere il valore degli insoluti più anziani. One si occupa inoltre della gestione crediti ormai inesigibili attraverso la cessione pro soluto, che permette risparmi fiscali e operativi, oltre ad un miglioramento della propria Posizione finanziaria netta, punto di partenza per un migliore rating di affidabilità aziendale.
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