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Fondo Svalutazione crediti e possibilità di recupero stragiudiziale

La procedura di accantonamento a bilancio ed i principi di definizione dei fondi tenendo conto del recupero crediti commerciali
13/11/2019

Il bilancio di un’azienda è sicuramente la principale fotografia esistente della sua situazione economico-patrimoniale, sia verso l’interno che soprattutto verso l’esterno. Ciò che invece va sicuramente tenuto in considerazione è il discostamento temporale che un bilancio presenta tra un dato momento ed il momento di scrittura e deposito del bilancio stesso. Ciò è vero per tutti gli aspetti che il bilancio prende in considerazione, compresa chiaramente la voce dei crediti commerciali.

A livello contabile infatti un credito commerciale va iscritto al suo valore nominale nel momento in cui si genera ma alla predisposizione del bilancio questo deve essere riportato al suo valore presunto di realizzo. Per poter fare ciò è chiaro che sia necessaria un’attenta analisi di ogni singolo credito per comprendere l’effettiva esigibilità. A questo proposito il principio contabile 15 dell’OIC definisce anche gli indicatori che possono far rientrare un credito commerciale tra quelli sicuramente inesigibili (perdite su crediti) o quelli probabilmente esigibili solo in parte (fondo svalutazione crediti).

Tra questi indicatori troviamo le accertate difficoltà finanziarie del debitore, una violazione del contratto, (es. mancato pagamento degli interessi o del capitale) o eventuali dilazioni concesse dal creditore a causa delle difficoltà del debitore. Infine entra nel computo dei motivi di svalutazione il riscontrarsi di cause economiche, anche esterne e legate al contesto nazionale o settoriale, che possano far prevedere una diminuzione dei futuri flussi di cassa.

Il principio di prudenza seguito in fase di definizione del bilancio prevede due vie di accantonamento. Il fondo svalutazione crediti è legato al singolo credito ed al valore che si ipotizza di realizzare da questo, valutati i diversi fattori. Il fondo rischio su crediti invece risponde all’esigenza di una copertura del rischio su un intero portafoglio di crediti in capo all’azienda.

E’ chiaro come l’obiettivo dell’azienda sia sicuramente redigere un bilancio che sia più trasparente e positivo possibile, ma negli aspetti pratici il reale obiettivo di un’azienda è quello di rendere il valore dei crediti commerciali più vicino possibile a quel valore nominale iscritto in fase di concessione. Per far ciò è sicuramente fondamentale per il Credit Manager definire una credit policy che monitori costantemente l’andamento del proprio portafoglio crediti e lo gestisca attraverso diversi strumenti.

Per far si che la quota dei crediti inesigibili sia sempre più ridotta è indispensabile una gestione dei ritardi e dei mancati pagamenti con un’azione congiunta e condivisa tra forze interne e partnership esterne. Gestire internamente tutto il processo di sollecito e recupero crediti commerciali è decisamente complesso e, anche in aziende di grandi dimensioni con un Ufficio Crediti strutturato, in diversi casi risulta perfino controproducente. L’ottimizzazione delle risorse aziendali infatti porta ad una scelta delle attività da tenere al proprio interno e di quelle da esternalizzare per sfruttare la specializzazione dell’outsourcing, in questo caso delle Società di recupero crediti qualificate.

La gestione congiunta dell’ufficio interno preposto al credito con attività di phone collection, home collection e recupero giudiziale esterne permette quindi di minimizzare il rischio di insoluti grazie ad un’attività continuativa e non sporadica su crediti ormai fermi da tempo. Parallelamente offre anche a chi redige il bilancio quell’analisi attenta e dettagliata per definire il fondo di svalutazione crediti più adeguato e che giovi al capitale circolante dell’azienda.

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