Analisi settore vinicolo: gestione del credito e multicanalità
Le prospettive per le imprese del settore vinicolo e l'importanza della gestione del credito verso le imprese operanti nei canali di vendita più colpiti dalla crisi.
Il 2021 è iniziato da un mese e le imprese sono ormai in fase di definizione degli impatti reali che la pandemia ha portato nell’anno appena trascorso. Da un punto di vista ufficiale non potremo vedere i dati macro fino al deposito dei bilanci 2020 ma diversi studi confermano ciò che appare scontato, la contrazione del settore vinicolo italiano. Se da una parte la produzione e distribuzione alimentare in alcuni casi ha visto un aumento dei consumi, per lo più dovuta alla GDO, il settore vinicolo vive di più sbocchi sul mercato.
L’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, pubblicato a fine 2020, offre uno spaccato interessante della situazione delle cantine italiane. Il panel coinvolto nell’indagine è sicuramente ampio con 165 imprese che rappresentano un fatturato di 4 miliardi di euro totali. Di queste imprese solo 1 su 10 dichiara un potenziale aumento del fatturato nel 2020 mentre 7 su 10 confermano l’effettiva perdita sull’anno precedente.
I CANALI DI VENDITA PIÙ COLPITI DALLA CRISI
Come anticipato il mercato del vino vive di diversi canali di distribuzione e vendita e quindi sia di una maggiore diversificazione ma anche di un rischio in situazioni come quella dell’emergenza sanitaria ancora in corso. Il canale di vendita più colpito è senza dubbio quello dell’HoReCa che ha visto un calo per 91% delle aziende vinicole (95% delle piccole imprese). Al secondo posto, tra i clienti/rivenditori più in difficoltà, troviamo il commercio al dettaglio specializzato che ha registrato un calo per il 75% (86% per le più piccole). Anche l’export ha registrato un forte calo per la maggior parte delle imprese con un 63% a livello globale che diventa un 74% per le cantine più piccole.
I CANALI DI VENDITA CHE HANNO SOSTENUTO IL MERCATO
Partendo dai dati generali che confermano un calo importante, due canali di vendita hanno fondamentalmente controbilanciato, se pur non sufficientemente, la crisi di vendite: GDO e E-commerce. Da un lato la grande distribuzione, mai fermata neanche in pieno lock-down, ha coperto buona parte dei buchi lasciati dalla vendita al dettaglio specializzata e dai bar e i ristoranti; per il 51% delle aziende del settore vinicolo, infatti, le vendite alla GDO sono aumentate, mentre per il 32% sono rimaste invariate. Altro canale che ha sostenuto il mercato è sicuramente quello delle vendite online che, date le circostanze, ha svolto il suo ruolo anche nel mondo del vino. Per l’80% delle imprese intervistate l’e-commerce ha aumentato la sua portata, con la medesima percentuale che passa addirittura al 92% delle grandi cantine, più organizzate a livello tecnologico.
RIPRESA TRA RISCHIO DI CREDITO E GESTIONE DEGLI INSOLUTI
Il futuro, per il settore vinicolo, è comunque visto in ottica positiva e propositiva con i driver dell’export e della multicanalità a fare da carburante per la ripartenza. D’altra parte, speriamo presto, ripartiranno anche i canali classici, tra riaperture di attività e apertura al turismo enogastronomico. E con la ripartenza è ovvio che aumenti anche il rischio di credito. La gestione del credito di fornitura e l’organizzazione di attività di recupero crediti, personalizzate secondo il momento storico e le caratteristiche dei singoli clienti, diventano fondamentali nella fase di ripartenza. Il portafoglio clienti delle aziende vinicoli è infatti spesso molto variegato e composto da centinaia di clienti di diverse tipologie. Comprendere come approcciare la fase di recupero crediti a seconda dell’esposizione e della categoria di clienti può far la differenza nella gestione del credito e liquidità aziendale.
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