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Gestione crediti commerciali: differenze con altri settori

I numeri del recupero crediti in Italia, le peculiarità di ogni settore e come la gestione crediti commerciali si differenzia dai comparti come Finance e Utilities.
15/11/2021
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Il 2021 è certamente stato un anno di ripresa economica, dopo un 2020 decisamente negativo e una caduta del 7,8% del PIL. Le prospettive elaborate dall’Istat prevedono nel 2021 che questo dovrebbe registrare un + 4,7% con una conferma nel 2022 (+4,4%). In tutto ciò il PNRR dovrebbe fare il suo ruolo di volano dell’economia del nostro paese. Per il mondo della gestione del credito è stato un banco da prova sfidante affrontare una crisi economica improvvisa senza nessuna causa scatenante legata direttamente al mondo delle imprese. I dati ci raccontano come la gestione crediti commerciali abbia affrontato questa sfida e le differenze con gli altri mondi più avvezzi a una gestione del credito industriale, come Finance e Utilities.

I numeri della gestione del credito in Italia nel 2020
Per analizzare questi aspetti partiamo dall’annuale Rapporto Unirec, giunto all’undicesima edizione, che offre uno spaccato interessante del mondo delle imprese a tutela del credito. In linea generale il 2020 ha visto un numero di pratiche affidate alle società di gestione del credito uguale 36,7 mln, in calo del 2,4% rispetto al 2019. A livello di importi affidati invece il volume resta molto simile all’anno precedente (100,8 mld con un -0,1%), a conferma di un aumento generale del ticket medio affidato che si attesta a € 2.735 con un +2,1% rispetto al 2019. L’aumento del numero di pratiche e degli importi tra il 2018 e il 2019 e lo stallo del 2020 ci mostra come la crisi abbia in realtà fermato la crescita costante degli ultimi anni a livello di gestione e recupero crediti da parte di società specializzate. Complici del fenomeno sicuramente la probabile volontà di aumentare il contatto con i propri clienti più che di esternalizzare le pratiche a recupero e di un’economia che comunque è riuscita a resistere all’onda d’urto della pandemia.

Crediti da Originator o Cessionari: due mondi differenti
Nel mondo della gestione e recupero del credito la prima grande distinzione è quella tra i crediti affidati da un Originator, il quale ha generato il credito dalla sua attività caratteristica, rispetto a quelli affidati da un Cessionario che ha acquistato dei crediti per poi gestirli e recuperarli. Focalizzando l’attenzione sugli Originator, le macrocategorie di settori ad alta concentrazione di crediti sono: bancario, finanziario, leasing, utilities, assicurativo, pubblica amministrazione e appunto commerciale. Per commerciale intendiamo quindi tutto il mondo delle imprese che non fanno parte delle altre categorie citate e che concedono crediti di fornitura.

Le differenze settoriali nella gestione del credito
A livello di pratiche affidate è senza dubbio il mondo Utilities ad avere il primato con 11,2 mln di crediti portati a recupero; a seguire il finanziario con 8,9 mln e il bancario con 4,7 mln di pratiche. A livello di importi affidati il podio si capovolge con il bancario al primo posto (28,8 mld), il finanziario che resta al secondo (15,4 mld) e le utilities al terzo (5 mld). Insieme queste tre categorie rappresentano l’86% delle pratiche e il 94% degli importi. In tutto questo la gestione crediti commerciali rappresenta “solamente” il 6% delle pratiche e il 3% degli importi affidati a società di recupero crediti. Per concludere i settori leasing, assicurativo e P.A. rappresentano insieme il 7% delle pratiche affidate e il 3% degli importi.

La gestione crediti commerciali nel 2020
Se dai dati generali abbiamo visto che i crediti gestiti da società specializzate nel credito sono calate leggermente, i dati relativi in generale agli Originator, e nello specifico al mondo commerciale, vedono un calo decisamente elevato. Nel 2020 le pratiche affidate al recupero sono diminuite del 30%, fermandosi a 1,7 mln; lo stesso dato legato agli importi è ancora più sostanziale, con un -40% rispetto al 2019; si parla comunque sempre di un importo superiore a 1,5 mld di euro. Questi dati ci confermano come le strategie delle imprese si siano indirizzate verso un maggior contatto con i propri clienti e con credit policy che si sono discostate in parte dall’esternalizzazione della gestione degli insoluti.

I vantaggi dell’esternalizzazione dei crediti commerciali
I dati relativi alla gestione del credito attraverso società specializzate è sicuramente un punto di partenza per capire come i Credit Manager si sono approcciati a una crisi globale che non aveva niente di prevedibile. Ciò che pare oggettivo è la riduzione dell’esternalizzazione ma d’altra parte un dato decisamente interessante per la gestione crediti commerciali è quello delle performance di recupero sugli importi affidati. I crediti commerciali registrano infatti la performance migliore (36%) di tutti i settori, a esclusione delle P.A. che chiaramente lavorano secondo diverse dinamiche. Se consideriamo poi che i crediti commerciali sono solitamente quelli con un’anzianità maggiore, nel mondo degli Originator, il dato risulta essere ancora più eloquente. Le performance sono infatti calcolate attraverso una media aritmetica che non tiene conto delle caratteristiche dei singoli crediti e della loro qualità in termini di anzianità e probabilità di recupero.

Nuove strategie e sinergie nella gestione crediti commerciali
Nel mondo delle imprese la fase di mediazione e stragiudiziale è sicuramente uno step fondamentale che necessita però di un approccio personalizzato, non solo per macrocategoria ma anche per singolo settore. Clusterizzando i crediti commerciali per tipologia secondo diversi drivers, le performance di recupero tendono ad aumentare considerevolmente. È palese che per poter arrivare a certi risultati è fondamentale una sinergia tra Originator e Servicer che genera nuove strategie e approcci alla gestione crediti commerciali che saranno fondamentali con il rilancio economico del 2022.

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