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Perdite su crediti prescritti: necessaria la relazione di mancato recupero

La deducibilità dei crediti prescritti, secondo quanto afferma l’Agenzia delle Entrate, è legata alla dimostrazione da parte del Creditore del tentativo di recupero crediti.
02/09/2019
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Quando si vanta un credito verso un soggetto debitore è fondamentale svolgere delle attività di sollecito ai fini del recupero del credito in quanto, in caso contrario si rischia di andare incontro alla prescrizione del credito stesso. L’articolo 2934 del Codice Civile prevede infatti che il debitore, se non sollecitato, non abbia più nessuno dovere verso il creditore, una volta passato un termine temporale definito. Il lasso di tempo generale, se non specificato diversamente, della cosiddetta Prescrizione è quello dei 10 anni. Esistono però diverse tipologie di credito che variano a seconda della loro natura.

Rientrano nei termini di prescrizione dei 5 anni i canoni di locazione, le spese condominiali, le spese di ristrutturazione, le rate dei mutui, le assicurazioni, le dichiarazioni dei redditi, le pensioni alimentari, le indennità di fine rapporto lavorativo, i risarcimenti danni, le sanzioni, i diritti derivanti da rapporti sociali (per le imprese), i debiti con scadenza uguale o inferiore ad un anno, le rendite perpetue/vitalizie ed il capitale nominale dei Titoli di Stato. Prescritti in 3 anni invece i diritti dei notai, le parcelle dei professionisti, il bollo auto.

Un tempo di prescrizione inferiore invece per bollette di luce, acqua e gas (2 anni), rette scolastiche, abbonamenti sportivi, medicinali, atti giudiziari, premi assicurativi (1 anno) e tutti i crediti vantati da operatori che concedono vitto e alloggio. Visti i tempi di prescrizione appena descritti è chiaro come a seconda del credito la velocità dell’attività di recupero crediti è fondamentale per evitare la loro prescrizione. D’altra parte però che questi tempi sono sicuramente dei limiti massimi e non indicativi dei tempi di azione che le imprese dovrebbero attuare per intraprendere un recupero, almeno dal punto di vista stragiudiziale.

Il recupero crediti stragiudiziale svolto da società specializzate nel recupero crediti permette infatti sicuramente di ottenere dei risultati importanti dal punto di vista della nuova liquidità dovuta alla risoluzione, anche tramite accordi di saldo e stralcio, dei propri crediti. Le performance del recupero crediti stragiudiziale però migliorano a seconda dell’anzianità del credito affidato per cui un’azione rapida permette di migliorare i risultati mentre l’affidamento di crediti anziani fa cadere le possibilità di recupero.

Prendendo però come assodato che la volontà del Creditore è quella di recuperare i propri crediti esistono diversi casi in cui questi si prescrivono ugualmente, primo fra tutti chiaramente l’effettiva inadempienza ed incapienza del debitore. A questo punto, passati i termini di prescrizione l’impresa creditrice avrà la possibilità di “ripulire” il proprio bilancio da quei crediti ormai inesigibili e prescritti. Per l’Agenzia delle Entrate però questo procedimento non è così scontato; il credito prescritto infatti può essere infatti messo a perdita e diventare deducibile solo se si dimostra che è stata effettuata un’azione di sollecito documentata che attesta la non volontà liberale a favorire il debitore (Vedi caso: risposta all’istanza di interpello n. 197/E/2019).

E’ in questa fase che diventa nuovamente importante l’attività delle società di recupero crediti che con la documentazione fornita al termine della fase stragiudiziale che attesta il mancato recupero, mettono a disposizione dell’impresa creditrice un’attestazione insindacabile della volontà da parte del creditore di non favorire il debitore e recuperare il proprio credito. A questo punto l’inattività del creditore per il lasso di tempo utile alla prescrizione non incide sulla deducibilità di questi crediti dal bilancio, azione utilissima all’impresa stessa per migliorare il proprio bilancio anche in ottica di propria affidabilità finanziaria verso l’esterno, gli Istituti bancari ed i potenziali partner commerciali.

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